sabato 14 novembre 2015

FRATERNITE' (ANCORA) CON I CUGINI DI PARIGI / ( PER NON PIANGERE )

ERAVAMO TUTTI AL BISTROT  
CHE DA NOI DICIAMO CIRCOLO   
"COME I NOSTRI FRATELLI DI PARIGI", AVEVA DETTO AHMED SCIOGLIENDO LA RIUNIONE. E PARTIRONO I TRE ASPIRANTI MARITI PER COMPIERE LA LORO MISSIONE.
Il primo doveva farsi esplodere allo stadio, dove alle 21 era in programma il derby. Il secondo al concerto del gruppo rock demenziale "Total fusyi". Il terzo al bar Centrale, vicino alla stazione, sempre piuttosto affollato.
Arrivato allo stadio, il primo kamikaze rimase di sasso al vedere il grande piazzale pressochè deserto; venne a sapere da un venditore abusivo di magliette tarocche, un clandestino che lavorava per un magliaro napoletano e che parlava qualche parola di italiano misto arabo, che la partita c'era sì. ma a porte chiuse: punizione alla squadra che giocava in casa. Il venditore poi notò lo strano cinturone del tipo: gli propose di fare cambio merce e in cambio gli rifilò una divisa originale tarocca del Milan.
Il secondo aspirante martire, dopo aver rischiato di perdersi fra i capannoni dismessi dell'ex area artigianale, alla fine riuscì ad individuare il capannone occupato dove i "Total fusyi" avrebbero dovuto esibirsi. Ma una banda di facinorosi giovinastri di Casa Pound che era lì per impedire il concerto, scambiatolo per un tossico rockettaro, lo prese di mira ed a malapena il poveraccio riuscì a fuggire, pur con un occhio nero-violaceo, tre costole incrinate e i vestiti strappati. La cintura esplosiva gliela sottrasse uno degli energumeni a cui piaceva tanto.
Il terzo la prese lunga per tirare le 22, ora di massima affluenza, pensava, ed arrivò davanti al Bar Centrale, Giù tutte le claires. "Dopo le rapine, gli disse un signore che portava il cane a pisciare, chiude alle 20,30".
Disperato, il terzo aspirante martire stava per farsi esplodere; poi pensò che con una tale morte non sarebbe diventato martire e non avrebbe avuto il paradiso con tutte le vergini promesse. Il signore del cane, vedendo la disperazione sul volto del giovane, gli offrì la bottiglietta di grappa che nascondeva nella tasca interna del giaccone, poichè in casa la moglie gli rompeva l'anima se lo vedeva bere.
Quello la tracannò d'un fiato, vide subito il paradiso e forse ci arrivò, visto il collasso etilico che lo colpì.
Ma noi quella sera eravamo al Circolo A.R.C.I di Calderara e di questi accadimenti non ci siamo neanche accorti.
In conclusione: è comunque meglio andare al Circolo con Scarpetta, che in giro per Milano a rischiare.


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