venerdì 31 agosto 2018




ROBB DE  MATT 
(cose da pazzi)

in  attesa  della seconda  parte, cioè  della stagione  autunnale, di "Scarpetta".

dice il saggio:"Non è possibile mangiare senza bere", appunto

-  CORSO  (N.6 probabilmente)
per chi è ai primi calici e per chi, avendone già vuotati tanti, appunto, non si ricorda più e per chi vuole stare un po' in compagnia: partirà prossimamente; "Scarpetta" ha diramato comunicazione; pare che i posti siano ormai esauriti; ma voi provate a chiedere

 - TORNANDO  AL TITOLO..:

una nuova   religione ha invaso l'Italia. 
Sacerdoti sono gli chef, (prima li chiamavano cuochi), e i sommelier , (prima non li chiamavano: poi i francesi..) . I loro menù e le loro guide assumono la sacralità dei libri sacri d'una volta. Non bastando i luoghi dove normalmente il "sacro" rito si celebrava, i sacerdoti della nuova antroposofia celebrano a tempo pieno dagli schermi tv. 
Così il semplice atto del mangiare e bere si è trasformato in una liturgia, una messa cantata in cui chef e sommelier officiano d'amore e d'accordo il loro spettacolo; la semplice normalità agricola si riveste di una cultura inventata dai produttori per far pagare cento ed anche mille un prodotto da dieci o venti. 
Nelle loro prediche il vino dei sommelier si trasforma in evocazione misterica, declamato come carme poetico se non poema, decantandone gusto, colore, corpo, proprietà organolettiche etc etc. Qualcuno si spinge a suggerirne proprietà miracolistiche: guarisce dalla stitichezza, alza l'umore dei depressi, conforta i deboli di cuore, favorisce la digestione...
L'abbinamento cibo-vino prevede una preparazione universitaria ed infatti sono nate università a ciò dedicate , si va a scuola di vini e piatti, e poi si mangia un niente: si assaggia. 
Visitare una cantina è come entrare nella cripta di una qualche cattedrale medievale, una catacomba paleocristiana, un'esperienza archeologica odoroda di vino, dove si racconta una storia più o meno credibile, ma capace di giustificare il prezzo della bottiglia. 
E come i parroci d'antan conducevano il gregge dei fedeli in pellegrinaggio ad alcuni luoghi sacri dove si veneravano reliquie più o meno miracolose, così i novelli monsignori dell'enogastronomia guidano turbe di credenti lungo strade del vino e del cibo d'origine controllata, talvolta garantita, comunque tipica, alla scoperta di prodotti rari, se non unici, imperdibili, intoccabili nel prezzo; ma per i pellegrini si fa sempre un'eccezione, da raccontare con vanto agli amici rimasti a casa.
Non potendone più della normale quotidianità, afflitta da problemi secolari, anzi millenari, gli Italiani sembrano convinti che nel cibo e nel vino si celi la massima espressione della loro cultura: cibo per il corpo, vino per lo spirito.
Ed essendo poi essi, per antichissima tradizione, pieni di fede, eccoli prostrati davanti ai nuovi sacerdoti che dispensano benedizioni, danno consigli, promettono nutrimento per il corpo e l'anima, senza grassi, nè glucidi, nè lipidi, nè protidi, nè..; confessano ed assolvono perfino.
Insomma una cena, (il pranzo fa troppo volgare), fatta di tante storie e pillole di presunta saggezza che costano un occhio della testa. 
Per la cultura questo e altro.
Ci sarà posto anche per noi nella vera élite che vive e fa scuola nei ristoranti e nelle cantine?
FORSE.. CHISSÀ.. cominciamo col frequentare i corsi e le serate di "SCARPETTA"..; poi vedremo..
CIAO  E .. PROSIT !!
  Grignolino da Fontefresca