martedì 30 giugno 2015

ci siamo stati: l'EXPO delle meraviglie

Che farne dopo? Per noi la risposta è implicita nel sito stesso: mantenerlo tale e quale e farne una piacevole disneyland milanese (col permesso di disney che su su tale definizione vorrà le royalties, presumiamo). In Italia, in Europa, nel mondo non c'è una fiera simile. Nel senso delle antiche fiere di medievale origine che hanno caratterizzato la storia europea. Confluenza di mercanti, cittadini e curiosi da tutte le regioni per vendere, comprare, guardare, curiosare, fanellare. Ora che abbiamo il sito, grandioso e spettacolare, ben collegato col mondo, funzionale, probabilmente, perchè disfarsene? Teniamocelo in eterno o finchè è  possibile. Smantellare il tutto costa; cosa farne poi di una tale area non si sa, non ci sono soldi; dà da lavorare bene o male a 5.000 persone (credo), teniamocelo.
Del resto è bello: la fiera dell'architettura e dell'ingegneria contemporanea; il design italiano e mondiale; cibo e spettacolo: non bastano? Se pensate al panem et circenses di romana memoria, forse non sbagliate. Ma non di solo pane vive l'uomo, anche di spettacolo e di divertimento; senza ironia.
E dunque, tornando alle nostre impressioni dell'altra sera: tutti che cercavano di mangiare e bere gratis. Non era possibile e quindi tutti ai padiglioni dove si forniva da mangiare e bere: dalle patatine belga alla birra di tutte le origini alle cucine regionali italiane, al cibo da marciapiede, a quello solidale...
Le più gettonate ci sono sembrate le "case dell'acqua": l'abbiamo provate: buonissima e dissetante.
Abbiamo provato anche "Vino. A taste of Italy" (chissà perchè metà italiano metà inglese: ma lo sappiamo perchè). Eravamo in 7 (si pagano 10 € per una tessera elettronica che abilita a tre assaggi), eccetto noi 3 tutti stranieri, confermato poi da Ivano, uno dello staff,  in un ambiente modernissimo e piacevole; i sommelliers erano una 20na; solerti e cortesi, pronti a spiegarti la rava e la fava del vino in degustazione. Abbiamo assaggiato Gaja, Ferrari, Frescobaldi: così ci siamo tirati a pari dei 10 €. A gente che come noi si interessa di vino e cibo e cultura (anche in ordine inverso) un'esperienza simile non deve mancare. E poi? Poi ci siamo fatti un caffè solidale, ma i nostri palati sono troppo abituati al caffè industriale e sospendiamola lì.  Poi ci sarebbe da dire sulla massiccia presenza delle multinazionali del cibo; e chi può permettersi i costi di tanto ambaradan? Vuoi vedere i veri contadini ed i loro prodotti? Vai a zappare, a mietere, ad irrigare,,a .. Infatti siamo scappati tutti dalla terra. Questa dell'EXPO, ribadiamo, è una grande fiera di paese, il paese che è diventato il mondo. Tornare alla terra, all'agricoltura, al cantico delle creature è una cosa seria.
Di altre impressioni scriveremo successivamente, dopo aver rivisitato l'Expo.
Intanto, per concludere: milioni da zanzare di tutte le specie hanno banchettato gratis. Le aziende produttrici di repellenti ad hoc fanno soldi a palate e lo spettacolo notturno dell'albero della vita è piaciuto a tuttissimi. Un po' d'orgoglio x i bresciani e gli italiani in genere.
Azzurro Villoresi

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